Milan, Theo e Leao contro Fonseca? La sfiducia è al Club. E ora Ibra impari da Berlusconi
—A preoccupare non sono soltanto gioco e risultati, tattica e tenuta difensiva, ma la forte sensazione che una certa parte dello spogliatoio abbia mal digerito le scelte e i proclami della società. Come se non ci avesse rivisto sufficiente ambizione, come se non credesse nella possibilità di esibire il calcio dominante e vincente promesso dal Club. É come se avesse bocciato in partenza mercato e allenatore, senza neanche dargli una chances. E’ un rifiuto a prescindere. Un muro eretto su preconcetti.
Un segnale di sfiducia e scoramento che sembra indirizzato più al Club che al tecnico. In fin dei conti, non puoi bocciare chi non conosci. Molti giocatori hanno solo qualche settimana di allenamento con Fonseca: non possono aver maturato un rifiuto così netto in pochi giorni.
Ora, starà alla dirigenza intervenire internamente. Se il Milan crede in Fonseca, dovrà sostenerlo. Con forza e risolutezza. Come Berlusconi fece con Sacchi a suo tempo. Paragone improvvido, mi rendo conto. Ma o ci credi o non ci credi. Non si può lasciare spazio a dubbi o incertezze. Altrimenti, sappiamo già come andrà a finire... LEGGI ANCHE: Milan, sei gol in fotocopia: la rivoluzione di Fonseca ha solo creato dissidi >>>
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