Scene di violenza inaudita e incontri riservati tra i capi della tifoseria organizzata. È quanto emerso nella seconda udienza del processo “Doppia Curva”, in cui la procura di Milano ha portato in aula filmati chiave per dimostrare la struttura e le attività illecite degli ultras rossoneri.


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Ultras Milan, i video shock in aula: pestaggi e vertici segreti
Al centro del dibattimento ci sono tre imputati: Christian Rosiello (ex bodyguard di Fedez), Francesco Lucci (fratello di Luca Lucci, storico leader della Curva Sud) e Riccardo Bonissi. Il pubblico ministero Paolo Storari, titolare dell’inchiesta insieme alla collega Sara Ombra, ha deciso di proiettare due video cruciali per il caso.
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Il summit segreto a casa di Luca Lucci
—Il primo video mostra una riunione riservata nell’abitazione di Luca Lucci, alla quale partecipano i vertici del tifo organizzato milanista. Secondo gli investigatori, si tratta del “nocciolo duro” della Curva Sud, un gruppo strutturato con un’organizzazione piramidale capace di esercitare pressioni sulla società, sui calciatori e sullo stadio stesso.
La spedizione punitiva: pestaggio in strada
—Il secondo filmato racconta invece un episodio di estrema violenza. Nelle immagini, tratte da una telecamera di sorveglianza comunale, si vede un uomo circondato da una dozzina di ultras, picchiato brutalmente e persino denudato in mezzo alla strada a Motta Visconti. L’agguato è legato a un debito di droga: la vittima, in realtà, non era l’obiettivo del raid, ma un amico di chi aveva avuto uno screzio con Alessandro Sticco, detto “Shrek”.
Dopo il violento pestaggio, l’uomo viene lasciato a terra, barcollante per le botte subite. Nel video si nota come alcuni ultras facciano da barriera per impedire a occhi indiscreti di assistere alla scena, mentre uno di loro registra tutto con il cellulare.
Un’organizzazione criminale?
—Nel corso dell’udienza, un investigatore della Squadra Mobile ha descritto la Curva Sud come un sistema gerarchico e organizzato, capace di intimidire e ricattare. Non solo violenze e pestaggi, ma anche pressioni economiche per controllare il merchandising e la gestione dello stadio. Secondo l’agente, il modus operandi del gruppo sarebbe assimilabile a quello delle organizzazioni mafiose, con un vasto seguito e una forte capacità di creare disordini, anche contro le forze dell’ordine.
L’inchiesta “Doppia Curva” sta facendo luce su un sistema che, per anni, ha gestito il tifo organizzato rossonero con metodi violenti e intimidatori. Le udienze proseguiranno nelle prossime settimane, con nuove testimonianze e prove a supporto dell’accusa. LEGGI ANCHE: Milan, come vanno i giocatori in prestito? Il punto da Adli a... Morata>>>
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