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Gazzetta – Milan, sei un cantiere aperto: a Cesena un passo indietro

Hakan Calhanoglu Cesena-Milan
Il Cesena ha imposto il pareggio (0-0) al Milan di Marco Giampaolo. Si sono rivisti i vecchi 'vizi' rossoneri: una manovra involuta e pochi tiri in porta

Daniele Triolo

ULTIME MILAN - Ieri sera, all'Orogel Stadium - Dino Manuzzi di Cesena, il Milan di Marco Giampaolo ha pareggiato, 0-0, l'ultima amichevole precampionato della squadra rossonera prima del debutto nel campionato di Serie A2019-2020, previsto per la prossima domenica, 25 agosto, ore 18:00, alla 'Dacia Arena' contro l'Udinese.

'La Gazzetta dello Sport' in edicola questa mattina ha dedicato un approfondimento alla prestazione dei rossoneri in Romagna, precisando come, di certo, non sarà stata questa gara a far cambiare idea su Giampaolo ad Arrigo Sacchi, che ieri ha pranzato con uno dei suoi pupilli in ritiro.

È lecito pensare, però, come il 'Profeta di Fusignano' si aspettasse molto meglio da questo Milan, poiché il passo indietro rispetto le precedenti prestazioni è stato evidente. Merito anche del Cesena, va detto, un avversario ben piazzato da Francesco Modesto (che fu giocatore di Giampaolo ad Ascoli) e con un atteggiamento molto aggressivo.

A una settimana dall’avvio del campionato, però, due categorie di differenza si dovrebbero vedere palesemente. E invece così non è stato. Nel primo tempo la partita l'ha fatta il Cesena e nel secondo, pure a corto di fiato, sono stati sempre i padroni di casa a vibrare l'ultimo acuto dopo un monologo del Milan che non aveva sortito effetti.

Fantastico Gianluigi 'Gigio' Donnarumma che, con un riflesso fantastico su Karlo Butic, ha evitato un'umiliante sconfitta per il Diavolo. Il Milan ha giocato senza diversi elementi (Rade Krunic, Ismael Bennacer, Rafael Leao) che saranno protagonisti più avanti e con tanti altri, come Léo Duarte, Franck Kessie e Lucas Paqueta impiegati a mezzo servizio, ma è stato messo in difficoltà dal Cesena con le sue stesse armi.

Vale a dire: squadra corta, pressione continua, aggressività sul portatore. Ciò che fin qui avevamo visto fare ai rossoneri in quest'estate si è trasferito dall’altra parte del campo ed è un’involuzione che fa riflettere e preoccupa. Si tratta solo di gambe pesanti - in diversi frangenti la sensazione è stata quella - o di un momento di reale regressione tattica?

Il Milan, secondo la 'rosea', ha riscoperto dei problemi antichi: rispetto alle uscite precedenti, soprattutto quelle negli Stati Uniti d'America, il giro palla è stato molto più macchinoso, perché Jesús Suso e Hakan Calhanoglu si sono accesi solo a sprazzi e perché le settimane passano ma la squadra non ha ancora trovato il modo di mettere Krzysztof Piatek in condizione di premere il grilletto.

Il 'Pistolero' polacco, però, è giudicato assolutamente responsabile del suo momento negativo per movimenti (non sincronizzati con i compagni), posizionamento (spesso spalle alla porta) e protezione del pallone (rivedibile). Più in generale, si sono visti troppi palloni recapitati all’indietro anche questo un vecchio vizio evidentemente duro a morire -, meno mordente e meno movimenti dei giocatori senza palla, condizione essenziale per il gioco di Giampaolo.

Così facendo, il Diavolo ha sprecato una valanga di suggerimenti sulla trequarti. Oltre a qualche difficoltà tattica, poi, ieri il Milan ha palesato problemi in fase difensiva su ambedue le fasce, andando spesso in inferiorità numerica. Il cantiere di Giampaolo, dunque, è aperto. Bisognerà, però, che a Udine cambi lo spartito, onde evitare un'altra brutta figura e di perdere i primi punti della stagione. Questo il commento a fine gara del tecnico rossonero: continua a leggere >>>

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