A 32 anni il Milan lascia libero Donadoni di scegliere a suo piacimento la nuova destinazione. L'ala fa da pionieri e sceglie di viviere un'eperienza diversa. Il 4 maggio del 1996 firma con i New York Metrostars. Ecco le sue parole sull'esperienza riportate da goal.it.
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"L'America è così bella che per me e Cristina è stato difficile lasciare la casa nel New Jersey, ora che il mio inglese stava migliorando e io mi stavo abituando alle trasferte di sei ore d'aereo. Spazi immensi, tranquillità, relax, alta qualità della vita: se lo stress a New York è mille, a Milano è diecimila. E poi il soccer non è il circo che si pensa, tra 5 anni sarà all' altezza dell'Europa. Una nostra squadra di B negli Usa lotterebbe per lo Scudetto, ma a vedere i Metrostars venivano in 20 mila. Il problema è tattico, in campo io mi sentivo l'autista del pullmann che sistema i compagni. Però fino ai 16 anni il calcio è lo sport più praticato. Un giorno ho firmato autografi per tre ore di seguito, i ragazzini stavano in fila tranne uno che ha cercato di fare il furbo: ho scoperto che era italiano".
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