L'abito non fa il monaco, eppure hanno fatto discutere alcuni recenti look dei giocatori del Milan. A parlare e a esprimersi sono state vecchie glorie rossonere che hanno scritto la storia del club (ad esempio nel periodo d'oro dell'era Berlusconi) e oggi, da opinionisti, commentano e giudicano quello che accade nel presente. In campo e fuori. Ha fatto notizia lo stravagante look di Theo Hernandez in occasione della sfida di Champions League contro il Feyenoord, confronto costato l'eliminazione dei rossoneri dalla massima competizione europea. A proposito di vecchie glorie, protagonista di un commento esilarante, divenuto virale sui social, è stato Zvonimir Boban, rossonero tra il 1992 e il 2001. Il croato è ricordato da tutti come protagonista di uno stile inedito, tutto suo, tra eleganza e classe, tanto da meritare il soprannome di "Milano vende moda".


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Milan, da Theo a Gullit: quando i capelli fanno notizia più di un gol
Boban e il commento ai capelli di Theo
—Ebbene, proprio Boban, nel salotto Sky, in occasione della sfida tra i rossoneri e il Feyenoord, si stupì per i capelli del terzino francese tanto da esclamare in diretta tv: "Ma cos'è questa roba? Ma veramente ha i capelli rosa?". Al suo fianco rise di gusto, condividendone il pensiero, il suo ex compagno, altro storico riferimento della storia del Milan, Alessandro Costacurta. Il tutto è accaduto a margine della partita d'andata dei play-off di Champions. Per la gara di ritorno, invece, Boban è tornato a parlare di Theo, ma non per il suo look. Al centro della discussione l'errore fatale con il rosso - colore del cartellino, stavolta - che ha condizionato l'esito finale della partita con il pareggio che ha impedito alla squadra di Conceicao di conquistare il pass per gli ottavi di finale.
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Da Leao al francese: quanto il look è di tendenza
—Ma Theo non è l'unico giocatore di questa epoca a farsi notare per il suo look. Oggi i calciatori, oltre a essere delle vere e proprie aziende per quanto guadagnano tra stipendi e i diritti d'immagine e dunque con le sponsorizzazioni varie, sono delle vere e proprie vetrine. Si mettono in mostra, anche grazie ai social, ed esibiscono fieri capigliature che diventano di tendenza, raccogliendo il consenso collettivo del pubblico, dunque dei tifosi, soprattutto dei più piccoli. Non è un caso che molti ragazzi scelgano di emulare i propri idoli, richiedendo tagli che si avvicinino quanto più a quello dei propri beniamini. Oltre a Theo, restando nel mondo Milan, è molto legato a questo aspetto anche Rafael Leao. L'esterno portoghese è noto per le sue classiche treccine che sfoggia spesso e volentieri. Treccine che in passato hanno scelto anche Ibrahimovic, oggi dall'altra parte, da calciatore a dirigente, o lo stesso Theo Hernandez. Come dimenticare, poi, i famosi capelli platino di Giroud. Ma le treccine non nascono oggi, anzi. Ne sanno qualcosa i tifosi con qualche anno in più. In passato un grande esponente di questa moda è stato Ruud Gullit, al Milan dal 1987 fino al 1994 con una brevissima parentesi alla Sampdoria.
Gullit, il trapianto e il paragone con i giocatori di oggi
—L'olandese ha fatto parlar di sé recentemente postando una foto del suo trapianto di capelli effettuato pochi mesi fa, all'età di 62 anni. Il suo, però, è un caso limite. Molti giocatori, in realtà, scelgono questo trattamento da giovani, quando sono ancora in piena attività agonistica, basti pensare a Salah - per fare un esempio noto - o, restando in Italia, a Carlos Augusto dell'Inter. Trapianti che, guarda caso, avvengono soprattutto in estate o in periodi "morti" della stagione. Motivo? Dopo il trapianto, infatti, come chiariscono molte aziende specializzate in questo tipo di intervento - un vademecum dettagliato lo si trova ad esempio sul sito di Capilclinic Milano -, non è possibile svolgere attività fisica per le prime due settimane. Ecco perché i giocatori scelgono periodi in cui sanno di non avere allenamenti o partite all'orizzonte. Come l'estate, subito dopo la fine di una stagione, avendo tempo prima del ritiro. Succede anche questo, nel calcio di oggi. E per chi non ha di questi problemi, tanto meglio: i giocatori si divertono durante la settimana a proporre nuovi look sapendo di essere idolatrati. Attraverso il classico fenomeno dell'emulazione. Come Theo, Leao o altri. Nel Milan o in altre squadre. E poco importa se altrove arrivano critiche o commenti divertiti. Come quello di Boban. La moda è moda e attraversa le varie epoche. Il calcio altro non è che una finestra sul mondo. E a Milano, capitale della moda, non c'è da stupirsi se due dei più importanti giocatori della squadra rossonera si divertano a cavalcare l'onda delle tendenze. LEGGI ANCHE: Pagelle Pineto-Milan Futuro 2-1: Quirini, che scoperta! Camarda spreca>>>
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