Raimondo continua: "Tuttavia mi spingo oltre: per me nessun inquirente riuscirà mai a dimostrare che il Milan oggi è di proprietà di Elliott. Se l'impianto accusatorio, come si legge, si basa sulla modalità di vendita, ossia il vendor loan, questo strumento finanziario non cela una vendita mascherata, ma una dilazione di pagamento, a tassi più bassi di un finanziamento, e con pegno sulle quote di capitale sociale. Il vantaggio del debitore è di godere di un più vantaggioso tasso di interesse; quello del creditore, invece, è anche doppio, dato che realizza una plusvalenza sulla vendita ed un lucro dall'interesse percepito su un prestito super garantito. Una operazione finanziaria non solo legittima, ma che viene spesso effetuata nelle M&A. Furlani, peraltro, prima di assumere l'incarico di CEO nel Milan si è dimesso dai ruoli che aveva in Elliott (idem Cocirio). E la presenza del CDA di un rappresentate del creditore (Singer) è tutt'altro che sospetta. La definirei, anzi, perfino ovvia".
Raimondo sulla situazione UEFA: "Lato UEFA, invece, le indagini sul rapporto Elliott-Lille non hanno mai condotto a nulla (se ne parla dal 2020). Anche in quel caso la situazione era analoga a quella odierna, col fondo americano creditore nei confronti dell'ex proprietario del club francese". LEGGI ANCHE: Milan, caso rinnovo di Camarda. Problemi sulle commissioni? Parla Schira
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