Il Milan dice addio alla Champions League nel peggiore dei modi, vittima dei propri errori e di un’autosabotaggio difficile da giustificare. I rossoneri hanno compromesso il cammino europeo con due espulsioni pesanti nei momenti più delicati della stagione. Prima il rosso ingenuo di Yunus Musah contro la Dinamo Zagabria, che ha lasciato la squadra in dieci per tutto il secondo tempo in una gara già complicata. Poi, il disastro ancora più grave di Theo Hernandez contro il Feyenoord: un’ingenuità imperdonabile in una sfida da dentro o fuori, quando il Milan era in pieno controllo della partita.


MILAN-FEYENOORD
Milan, addio Champions: autogol mentale e rosso fatale a Theo Hernandez
Se è vero che le prestazioni opache e gli errori individuali nelle gare precedenti – tra cui il primo tempo disastroso di Zagabria e l’andata sottotono a Rotterdam – hanno influito sul risultato finale, a pesare maggiormente sono stati questi blackout mentali nei momenti chiave. Episodi che non solo hanno reso impossibile la qualificazione, ma che evidenziano una fragilità psicologica che il Milan non può permettersi a certi livelli.
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L’eliminazione dalla Champions lascia un retrogusto amaro, perché i rossoneri, pur con i loro limiti, avevano le carte in regola per giocarsela. Ma in Europa, oltre alla qualità, servono lucidità, concentrazione e maturità: tre elementi che al Milan sono mancati nel momento decisivo. LEGGI ANCHE: Probabili formazioni Torino-Milan: fiducia totale a Theo, out due big dal 1' >>>
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