DAL CENTROCAMPO ALL'ATTACCO
Un'altra squadra, dalla distanza tra i reparti vista a Parigi alla densità e al dinamismo osservato a San Siro. La differenza si è notata soprattutto in mezzo al campo. Importante il ritorno di Loftus-Cheek, dominante e abile nello spezzare la pressione avversaria con i suoi strappi, ma ottime risposte anche da Reijnders in una posizione insolita per lui. Con Musah a completare il reparto, i centrocampisti rossoneri hanno oscurato quelli parigini, concedendo il possesso ma senza lasciare troppo spazio di manovra. E con una mediana così, ne ha beneficiato il reparto offensivo. Il PSG ha infatti faticato a prendere le misure e a raddoppiare Pulisic e Leão, quest'ultimo in grande serata. Ha brillato anche il leader Olivier Giroud, saltato in testa a Škriniar per il 2-1 conclusivo e sempre prezioso in fase di ripiego.
ATTENZIONE DIFENSIVA
Tornare al gol era di fondamentale importanza, ma nei novanta minuti di gioco di San Siro il compito probabilmente più arduo spettava al reparto difensivo, considerando in particolare che il PSG si presentava a Milano forte di una media gol di tre reti a partita. Colpiti a freddo, i rossoneri hanno ritrovato compattezza e solidità. Concedere nulla era difficilmente ipotizzabile, resistere e limitare la qualità delle numerose frecce offensive parigine è stato il vero test - superato - per l'intera retroguardia milanista. Dai duelli individuali a quelli di squadra, da Calabria contro la stella Mbappé a Theo contro il duo Hakimi-Dembélé, fino alla coppia Tomori-Thiaw, capace di annullare prima Kolo Muani e poi Ramos. Maignan ha dato sicurezza all'intero reparto, tutti promossi. LEGGI ANCHE: Impallomeni: "Leao è pigro e indolente, ma..." >>>
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