Parliamoci chiaramente: questa era una partita da vincere. Il Milan ottiene 3 punti molto importanti per la propria campagna europea ma di passi avanti neanche l'ombra. Il gioco latita e se non sono i singoli a inventare qualcosa la prestazione non può mai dirsi sufficiente. Ritmi bassi, anche troppo, pochissimi movimenti e un'identità ancora da creare. Non è possibile che una squadra come quella rossonera si esprima in questo modo a fine novembre. Fonseca parla di tempo e pazienza, ma l'impressione è che l'ottimismo del tecnico portoghese non sia supportato dai fatti.
Pochi alti e tanti bassi
—Pochi alti e tanti bassi, insomma. Il Milan continua a giocare e continua a mostrare degli errori già visti e rivisti. Si parte dal contropiede subito dopo un calcio d'angolo a favore (!) fino agli svarioni individuali (ci chiediamo come mai Pavlovic continui a rompere la linea difensiva per inseguire l'attaccante fino al centrocampo).
Se il Milan continua a essere questo, senza né capo né coda, non andrà lontano. Le colpe di Fonseca sono chiare e risulta anche inutile ripeterle, perché il tecnico rossonero non riesce a trovare una vera e propria quadra. Nel Milan non sembra esserci una gerarchia, si continua a cambiare senza sosta e la tanto richiesta continuità, sia di risultati che di prestazione, stenta a nascere anche a causa di questi dettagli.
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