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SLOVAN BRATISLAVA-MILAN

Slovan Bratislava-Milan, dopo la noia c’è l’horror: si vince, ma con gravi errori

Francesco Aliperta Redattore 
Il Milan vince contro lo Slovan Bratislava ma con grande fatica. La squadra rossonera continua a ripetere i soliti e brutti errori

E dopo la noia arriva l'horror. Il Milan vince contro lo Slovan Bratislava nella quinta giornata di Champions League ma lo fa con grande fatica. I padroni di casa optano per una tattica difensiva e contropiedista e approfittano dei soliti e gravi errori rossoneri. Nel primo tempo, infatti, il Milan occupa la metà campo avversaria ma crea davvero poche occasioni. Al contrario, lo Slovan si presenta per due volte dalle parti di Maignan: se nella prima occasione è Pavlovic a salvare tutto, nella seconda uno scavetto di Barseghyan risponde all'iniziale vantaggio firmato da Pulisic.

Ottimismo non giustificato

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Una partita così antipatica chi poteva risolverla se non Rafael Leao? Il portoghese entra nel secondo tempo e con un movimento a tagliare si fionda al centro dell'area di rigore per riportare il Milan in vantaggio. Il tris, poi, è un bel regalo di Strelec che Abraham deve solo scartare. Finita qui? No, perché dopo un'azione confusa è Marcelli, nome accostato proprio al mercato rossonero, ad accorciare nel risultato con il definitivo 2-3.

Parliamoci chiaramente: questa era una partita da vincere. Il Milan ottiene 3 punti molto importanti per la propria campagna europea ma di passi avanti neanche l'ombra. Il gioco latita e se non sono i singoli a inventare qualcosa la prestazione non può mai dirsi sufficiente. Ritmi bassi, anche troppo, pochissimi movimenti e un'identità ancora da creare. Non è possibile che una squadra come quella rossonera si esprima in questo modo a fine novembre. Fonseca parla di tempo e pazienza, ma l'impressione è che l'ottimismo del tecnico portoghese non sia supportato dai fatti.

Pochi alti e tanti bassi

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Pochi alti e tanti bassi, insomma. Il Milan continua a giocare e continua a mostrare degli errori già visti e rivisti. Si parte dal contropiede subito dopo un calcio d'angolo a favore (!) fino agli svarioni individuali (ci chiediamo come mai Pavlovic continui a rompere la linea difensiva per inseguire l'attaccante fino al centrocampo).


Se il Milan continua a essere questo, senza né capo né coda, non andrà lontano. Le colpe di Fonseca sono chiare e risulta anche inutile ripeterle, perché il tecnico rossonero non riesce a trovare una vera e propria quadra. Nel Milan non sembra esserci una gerarchia, si continua a cambiare senza sosta e la tanto richiesta continuità, sia di risultati che di prestazione, stenta a nascere anche a causa di questi dettagli.