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L’evoluzione delle tattiche calcistiche: Dalla difesa totale al pressing alto

Matteo Ronchetti Direttore responsabile 
L'evoluzione della tattica nel calcio: dal catenaccio di Nereo Rocco all'organizzazione e brio di Ancelotti, passando per Guardiola, Klopp e molti altri. Molte delle rivoluzioni epocali sono partite dal Milan

Per noi italiani, il calcio è sicuramente diventato molto più di un semplice sport, ma si tratta di una fede in costante evoluzione. Oltre a seguire la propria squadra del cuore, milioni di italiani si divertono a migliorare le proprie conoscenze personali, sfogliando filosofie e tattiche innovative che aiutano a comprendere maggiormente il gioco e alimentare la propria passione.

Le strategie che riguardano i giochi a base sportiva, e in particolare il calcio, hanno subito trasformazioni radicali, ma non solo in Serie A o nei campionati minori italiani, ma anche a livello internazionale. Ed è per questo che nei prossimi capitoli parleremo dell’evoluzione delle tattiche calcistiche e degli stili che hanno segnato la storia del calcio moderno.

Le origini del calcio difensivo

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La vera essenza del calcio difensivo viene ricercata nei primi decenni del XX secolo, un periodo storico in cui era più importante evitare di subire gol piuttosto che farne almeno uno. Qui è nata la cosiddetta “difesa totale” era un approccio in cui tutta la squadra si impegna a proteggere la porta. Tale filosofia è stata molto usata fin dagli anni ‘20 e puntava sulla solidità difensiva e sull’efficacia nei contrattacchi. Il Milan di Nereo Rocco ci ha costruito, per esempio, le sue fortune, conquistando vittorie e trofei importanti. Ma ne parliamo nel prossimo capitolo.

La strategie del catenaccio italiano

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Facciamo un passo in avanti per raggiungere gli anni ’50 e ’60, dove venne presentato un nuovo concetto di gioco difensivo in Italia attraverso il catenaccio. Questa tattica si basava sull’idea di puntare su una difesa quasi impenetrabile, grazie alla strategie proposta da Karl Rappan e portata poi al successo da Nereo Rocco e Helenio Herrera con Milan e Inter. Si sfrutta quindi la presenza di un libero dietro la linea difensiva per intercettare gli attacchi degli avversari. Una strategia all'opposto di quella adottata da Arrigo Sacchi, primo vero grande rivoluzionario del calcio con il suo Milan, capace di dettare il gioco, correre sempre in avanti e dotato di organizzazione e meccanismi collaudati, basati sul gioco a zona (una vera e propria rivoluzione) e il collettivo. Insomma, molte delle rivoluzioni epocali sono partite dal Milan: passando da Rocco a Sacchi, da Capello ad Ancelotti e il 343 di Zaccheroni.


Il tiki-taka: possesso e controllo del gioco

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Un momento di grande svolta arriva poi con il cosiddetto tiki-taka che venne introdotto dal Barcellona, prontamente perfezionato da Pep Guardiola. Siamo di fronte a uno stile di gioco che si basa sul possesso palla e sul movimento continuo a centrocampo per impostare le azioni offensive. Dietro al tiki-taka si trovano passaggi corti e precisi per cercare di stancare gli avversari e costruire così spazi giusti per attaccare.

Il gegen-pressing di Klopp

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Attorno al 2010 è giunta una nuova filosofia grazie al lavoro di Jürgen Klopp, padre fondatore del gegenpressing. La tattica parte dal recupero palla subito dopo averla persa, andando a esercitare una pressione sugli avversari nella loro metà campo. Quella che sembra essere una buona struttura difensiva diventa una strategia che mira a colpire la disorganizzazione avversaria per generare un’opportunità di gol. Klopp l’ha usata sia al Borussia Dortmund che al Liverpool, siglando così uno dei marchi distintivi più forti del calcio contemporaneo.

Il pressing alto: controllo della zona avanzata

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L’evoluzione naturale del gegenpressing è il pressing alto, che porta l’intera squadra a fare pressione sui portatori di palla avversari fin dalla loro difesa. In questo modo si cerca di impedire che venga costruita e avviata l’azione di gioco. Ad adottare tale filosofia sono il Manchester City di Guardiola, ma anche il Bayern Monaco di Hansi Flick che cercano di costringere gli avversari a commettere degli errori.

Difesa a zona vs difesa a uomo

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Risulta impossibile parlare di tattiche senza menzionare la “faida” tra difesa a zona e difesa a uomo. Vediamo di semplificare le loro caratteristiche:

  • Difesa a zona: si concentra sul controllo degli spazi e spinge i giocatori a marcare un’area di gioco e non un singolo avversario. Si considera un modo ideale per neutralizzare gli avversari che sfruttano il movimento senza palla;
  • A uomo: la marcatura individuale permette di assegnare a ogni titolare un giocatore fisso che lo seguirà sul campo. Sicuramente è una mossa più aggressiva ma può essere anche molto vulnerabile.
  • Dal contrattacco al gol con le transizioni veloci

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    Infine, citiamo il simbolo del calcio moderno, ovvero una tattica che trasforma la fase difensiva in offensiva sfruttando la velocità e la precisione dei passaggi. È l’esempio classico del Real Madrid di Carlo Ancelotti e del Leicester City di Claudio Ranieri che usano il contrattacco per sorprendere difese non preparate.

    L’importanza dell’analisi dei dati nelle tattiche

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    L’analisi dei dati e la conoscenza delle tattiche non ha solo migliorato l’approccio degli allenatori, ma ha anche rivoluzionato i siti per scommesse sul calcio usati dai tifosi per puntare il proprio pronostico. Le statistiche infatti offrono sempre delle informazioni dettagliate sulle performance delle squadre e possono essere usate da chiunque. Dagli allenatori per essere integrati nella preparazione delle partite e dagli scommettitori che amano fare previsioni accurate.

    Conclusione

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    Come abbiamo avuto modo di vedere l’evoluzione delle tattiche calcistiche è la testimonianza dei cambiamenti del calcio e dell’approccio mostrato negli anni verso il gioco. Ogni filosofia difensiva ha lasciato un’impronta forte ed ha contribuito a rendere il calcio uno sport dinamico e affascinante, da tramandare di generazione in generazione.