FIORENTINA-MILAN

Fiorentina-Milan, Dodo e non solo: alla scoperta dei pericoli della Viola

Fabio Barera Redattore 
Ecco, di seguito, l'analisi dell'avversario di Fiorentina-Milan, match in programma alle ore 20:45 di domenica 6 ottobre

(fonte: acmilan.com) Torniamo a riaffacciarci in Serie A. E l'ultimo impegno prima della sosta di ottobre per il Milan per le Nazionali è una sfida di alto livello contro la Fiorentina anche lei reduce da un impegno infrasettimanale in Europa. La Fiorentina di Raffaele Palladino, infatti, arriva dal 2-0 sui gallesi del The New Saints nella prima giornata di Conference League, competizione in cui i Viola vengono da due finali consecutive. Più avaro di soddisfazioni, invece, il percorso finora in campionato.

Nelle prime sei giornate sono arrivati ben quattro pareggi - Parma, Venezia, Monza ed Empoli nell'ultimo turno - e paradossalmente i nostri prossimi avversari hanno dato il meglio di loro nei big match. Nell'ultima casalinga al Franchi è infatti arrivato il 2-1 sulla Lazio, mentre la settimana precedente la Fiorentina aveva dato filo da torcere all'Atalanta cedendo per 3-2.

FIORENTINA-MILAN, ALLA SCOPERTA DEI PERICOLI VIOLA

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7 punti, 7 gol fatti e altrettanti subiti. Una tendenza numerica che dovrà per forza di cose rompersi in occasione della 7ª giornata di Serie A. Quella in cui il Milan giocherà anche per allungare la striscia di tre vittorie consecutive in campionato e per tenere il passo del Napoli capolista. Ad accomunare le squadre di Palladino e Fonseca non c'è solo il numero di gol subiti nei primi 540' stagionali. 7 a testa, ma i rossoneri rispondono con i 14 che dopo le prime sei giornate valgono il miglior attacco della Serie A 2024/25. Fiorentina e Milan, infatti, sono le due squadre che sinora hanno segnato di più sugli sviluppi di un calcio da fermo, con ben 6 gol cadauna, e si distinguono anche per il maggior numero di dribbling completati: entrambe si collocano a quota 51, dato secondo solo ai 53 della Lazio.

TRA NOVITÀ E CERTEZZE

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Tanto è cambiato nell'estate della Fiorentina. A partire dalla guida tecnica, con l'addio dopo tre stagioni a Vincenzo Italiano sostituito da Raffaele Palladino, per arrivare ai punti di riferimento nella rosa, cambiata in tutti i reparti. Dall'attacco, ora guidato dal tandem Guðmundsson-Kean, a un centrocampo dove l'unico elemento di continuità è rappresentato da Mandragora, giungendo poi alla difesa dove spiccano gli innesti di Moreno, Pongračić e soprattutto David De Gea tra i pali. Organico rinnovato per un vestito tattico differente rispetto all'era Italiano: nei primi cinque turni Palladino ha proposto il suo consueto 3-4-2-1, optando però per un ritorno alla difesa a 4 propria dei Viola nelle ultime due stagioni in occasione delle sfide contro Empoli e TNS.


Una scelta, quella del 4-2-3-1, che ha anche portato due clean sheet: in generale la Fiorentina è seconda solo alla Juventus per xG contro (5.8, il Milan è quarto a 6.3). Da verificare la tenuta della retroguardia, perché più volte la squadra di Palladino si è rivelata fragile difensivamente. Non è cambiata, inoltre, la temibilità dei Viola tra le mura amiche: tra Italia ed Europa la Fiorentina è imbattuta al Franchi in questa stagione e generalmente ha perso soltanto una delle ultime 11 partite casalinghe di campionato. L'eccezione la ricordiamo bene, però, perché si tratta dell'ultimo precedente tra le due squadre, quello dello scorso 30 marzo.

DODÔ INAMOVIBILE, CONNESSIONI OFFENSIVE DA DEFINIRE

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Tra i duelli da osservare nella serata del Franchi ci sarà sicuramente quello tra Theo Hernández e Dodô. Affermatosi da subito come un punto di riferimento importante nell'assetto tattico di Palladino. Pienamente recuperato dopo l'infortunio al ginocchio destro nella scorsa stagione, l'esterno brasiliano ha giocato tutti i minuti di Serie A. Rifiatando soltanto nella prima ora di gioco in Conference League contro il TNS, e da lui passa tanto delle trame di gioco dei Viola. Dodô, peraltro, è il difensore del nostro campionato che vanta il maggior numero di dribbling riusciti e uno dei due ad avere subito più falli.

Più incerta e in "definizione" la situazione relativa al centrocampo e soprattutto all'attacco. Data l'indisponibilità di Mandragora è plausibile immaginare come tra mediana e reparto offensivo possano scendere in campo, nella Fiorentina, soltanto giocatori arrivati in estate. Con trame e connessioni che sono ancora in via di definizione. La squadra ha i tratti di un cantiere aperto, specialmente in attacco, reparto che ha espresso soltanto a tratti il suo potenziale.

A cominciare da un fedelissimo di Palladino come l'ex Monza Colpani, ancora alla ricerca del primo gol stagionale. Deve ancora fare 90' integrali invece l'ex Genoa Guðmundsson, decisivo (doppietta su rigore) contro la Lazio ma ancora lontano dalla migliore condizione. Chi sta andando meglio è Moise Kean. Che con il gol al TNS è salito a quota 5 (tra Italia ed Europa) in questo inizio di stagione. L'ex Juve rappresenta un jolly importante per la sua versatilità offensiva, e sarà sicuramente giocatore da attenzionare per la difesa rossonera. LEGGI ANCHE: Milan, bordate a Leao e Moncada. Mercato, idea a sorpresa. Addio Maldini? C'entra Furlani