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Stefano Pioli allenatore AC Milan (Getty Images)
Sarà per una primavera non ancora sbocciata, sarà per le temperature non ancora tipiche del periodo o sarà per il fatto che questo mese di aprile risulterà cruciale al resoconto finale della stagione, ma il Milan, e soprattutto Stefano Pioli, sembra voler fare un passo indietro. Si torna alle origini, dunque, a quel tanto odiato e poi tanto agognato 4-2-3-1 richiesto a gran voce da più o meno tutti dopo la prestazione offerta a Udine. Non sarà di certo il modulo a cambiare le sorti di un'annata non molto fortunata, ma questa scelta potrebbe far saltare il banco delle previsioni, al netto di una triplice sfida, italiana ed europea contro il Napoli, che richiederà molto più dell'attenzione ai dettagli.
Toccherà ai giocatori tirare fuori l'orgoglio, riemerso contro il Tottenham, e quella cattiveria che ha portato i rossoneri a vincere uno scudetto previsto da pochi. I senatori di questo gruppo dovranno raccogliere le redini di una squadra che si è persa in sé stessa, affogando in uno schema tattico che ha sempre richiesto grande dedizione e concentrazione e che, quando sono venute a mancare, hanno rivelato tanti difetti. Resta certo che non si disimpara a giocare, poiché i vari Theo Hernandez, Tonali, Bennacer, Leao e Giroud lo fanno come mestiere, ma è evidente che, non volendo dare sempre le colpe a loro, anche gli avversari, dopo un'annata a mille, hanno capito come affrontarci.
Davide Calabria rappresenta nel migliore dei modi l'animo di tanti tifosi milanisti. In quel nefasto mese di gennaio raccolse le mille critiche portando con orgoglio la fascia di capitano sul braccio. Fu, però, lui stesso a pagare attraverso i vari cambi tattici che lo hanno visto soggiornare comodamente in panchina. Complice l'infortunio di Kalulu, con molta probabilità rivedremo Calabria in campo tornare nel suo ruolo originale, quello del terzino destro, e con la volontà di far ricredere tutti coloro che lo hanno sfruttato come capro espiatorio. Non avrà di fronte un avversario qualunque, poiché, in questo preciso momento calcistico, Kvaratskhelia non è esattamente il giocatore che tutti vorrebbero affrontare. Eppure, dobbiamo confidare in lui, rossonero da una vita, affinché possa ribaltare una situazione che lo vede assoluto sfavorito.
Poi c'è un altro senatore, membro dello zoccolo duro dello spogliatoio, quel Simon Kjaer che ha esplicitamente richiesto di giocare in mondo visione. Per il difensore danese, nella realtà dei fatti, pesano due cose: l'età, sono ben 34 gli anni, e un giocatore esplosivo che fa della cattiveria agonistica la sua benzina, Victor Osimhen. Dati questi motivi, se un Kjaer non in buona forma si ritrovasse a marcare l'attaccante azzurro, allora le probabilità di vittoria scenderebbero ancora di più. Non si tratta di sfiducia, qui si parla di campo e di una squadra, quella campana, che corre senza alcuna sosta.
Il ballottaggio per la zona centrale, quella alle spalle di Olivier Giroud, rimane ancora aperta. Se la giocheranno Brahim Diaz e Rade Krunic, due giocatori completamente diversi. Con il folletto spagnolo, il Milan acquisirebbe decisamente più fantasia, ma il classe '99 non ha in dinamismo tipico della doppia fase. Al contrario, invece, con Krunic la squadra risulterebbe più equilibrata, ma forse andrebbe a perdere qualcosa in termini di verve offensiva. L'ex Empoli aveva presenziato durante l'andata contro gli azzurri in campionato, uscendone con una prestazione molto positiva poiché utile per ostruire le trame di Lobotka. Se quella del bosniaco non sarà una scelta per la sfida di domenica, allora, quasi certamente, la vedremo proposta per la doppia in Champions League, incrocio nel quale vi sarà bisogno di molti più tatticismi. Milan, Maignan sempre più decisivo: priorità rinnovo
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