Sulla fine del ciclo: "I cicli cominciano e finiscono, non è semplice farli durare a lungo e noi ci siamo riusciti ed è la cosa migliore per tutti. Tante volte sono uscito da San Siro con emozioni che ho sempre sognato di vivere. Quando abbiamo cominciato qui sapevamo quello che c'era e poi noi abbiamo costruito. Qualcosa di speciale per me significa migliorare i giocatori, far ottenere risultati migliori rispetto al passato, migliorare il patrimonio, far salire i bilanci. Ho studiato l'inglese, potrebbe essere il momento giusto. Nei prossimi giorni mi guarderò indietro e poi vedremo cosa succederà. Lo affronto con serenità".
Sulla critica che gli ha fatto più male: "No, cerco di non perdere fiducia ed equilibrio. Nel nostro ambiente è tutto esagerato, complimenti e critiche. Io non vado dietro a tutto questo. Le critiche ci sono state, ma quando sono così forti è perché sei molto in alto e tutti ti vogliono vedere cadere giù. Mi sono scoperto resiliente e tenace. A me non piacciono tanto gli allenatori che parlano tanto, tra quelli che hanno lavorato in passato, non tra quelli che stanno lavorando. Chi allena sa come funziona in questo mondo. Chi sa che le difficoltà ci sono dovrebbe essere più equilibrato".
Su quanto manca a questa squadra: "Oggi spetta a qualcun altro costruire un Milan più forte e ambizioso. Io mi auguro che ritorni quell'ambiente che abbiamo potuto vivere noi. Chi arriverà al mio posto troverà un gruppo di persone responsabili".
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