La riforma
—La riforma dello Statuto, che ha modificato l'assetto elettorale all'interno del Consiglio Federale, ha portato a una redistribuzione dei pesi tra le diverse leghe e categorie del calcio italiano. In particolare, la Serie A ha visto aumentare il numero dei suoi consiglieri federali da 3 a 4, con un incremento del peso elettorale dal 12% al 18%. Al contrario, la Lega Pro ha visto ridurre i suoi rappresentanti da 2 a 1, con una diminuzione del peso elettorale dal 17% al 12%. La Serie B, invece, ha ottenuto un aumento dei suoi consiglieri da 1 a 2, con un lieve incremento del peso elettorale dal 5% al 6%. La Serie D, Assoallenatori, Assocalciatori e l'Associazione Italiana Arbitri mantengono invece la stessa rappresentanza e percentuale di voto.
Il nuovo Statuto ha dato alla Serie A maggiore autonomia, conferendole un potere di veto nelle materie che la riguardano, rendendola di fatto l'unica Lega a mantenere questo tipo di autonomia. Tuttavia, la riforma non ha lasciato invariata la gestione dei controlli sulle squadre, che sono ora affidati a un'autorità indipendente, e in alcune aree la FIGC conserva il potere di contraddire le decisioni della Lega, come nel caso delle nomine degli arbitri, dove viene mantenuta l'autonomia tecnica e gestionale dell'AIA (Associazione Italiana Arbitri).
Questa divisione all'interno della Lega Serie A sulla riforma dello Statuto evidenzia una spaccatura tra i club, con alcuni favorevoli all'idea di un ricorso, mentre altri ritengono che la riforma offra una distribuzione più equa dei poteri e che non sia il caso di opporsi. La discussione è destinata a proseguire nelle prossime ore, con possibili ripercussioni sulle future dinamiche di governo del calcio italiano. LEGGI ANCHE: Milan, Lione a rischio retrocessione. Non solo Cherki. Quante occasioni!
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