CORSA E STRAPPI
—Dalle corsie alle mezzali. Gli strappi rossoneri hanno funzionato e si sono rivelati determinanti in diversi momenti dell'incontro. Uno scambio di gamba e accelerazione di Loftus-Cheek con Giroud, infatti, ha sorpreso la linea difensiva giallorossa e ha permesso a Olivier di presentarsi dagli undici metri. Oltre alle solite sgasate di Leão e Hernández sulla corsia di sinistra, l'intesa tra Calabria e Pulisic ha tenuto in apprensione la Roma dal lato opposto. Nell'ultimo quarto d'ora, gli strappi di Okafor e Chukwueze sono stati indispensabili per permettere a tutta la squadra di mantenere lucidità e fiato in chiusura di match.
PERSONALITÀ NEL FINALE
—Il Milan ha gestito con grande carattere una situazione imprevista, che poteva ribaltare le sorti del match ma che invece ha mostrato l'unione e la caparbietà del gruppo di Mister Pioli. L'espulsione di Tomori (59') ha condizionato l'andamento - ma non il risultato - della partita. Subito dopo, la Roma ha aggiunto fisicità e rinforzato il reparto d'attacco, mentre il Milan si è risistemato rinunciando ad un uomo in avanti. Eppure, i rossoneri hanno concesso pochissime occasioni ai giallorossi, subendo gol solamente nel recupero. Un esame superato a pieni voti, soprattutto contro una squadra, quella guidata da Mourinho, che ha nelle palle inattive e nei duelli fisici uno dei suoi maggiori punti di forza. Pochi i corner concessi (3), tanti invece i traversoni tentati dalla Roma (18) e sventati con successo dalla retroguardia rossonera. LEGGI ANCHE: Milan, alcune curiosità sul nuovo acquisto Jovic >>>
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