- Calciomercato
- Redazione
stagione
SERIE A NEWS - Marotta lancia l'allarme. L'amministratore delegato dell'Inter, ha parlato al Festival del giornalismo Glocal 2020. Ecco cosa ha detto.
"La nostra situazione, quella del calcio italiano, è devastante e rischia il collasso. Siamo davanti al default. Nelle prime riunioni con la Lega, con Deloitte, abbiamo fatto un bilancio sulle perdite e la situazione non è buona. Il problema è che oggi, nel calcio, il costo del lavoro è sproporzionato rispetto al fatturato che si faceva e che si fa. Tutto è diminuito moltissimo vista l’assenza dei ricavi da botteghino, che pesano sul bilancio per circa 50 milioni. I ricavi da sponsor, invece, incidono per un 20% sul bilancio, poi ci sono investimenti, diritti tv. Insomma, diverse cose".
"Soluzioni? Il rimedio non è chiedere soldi allo Stato, è impensabile. Ma il nostro sistema paga ogni anno 1/1,2 miliardi di gettito fiscale contribuito, ormai poco evidenziato - spiega Marotta - .Quello che vorremmo è avere almeno un differimento della tassazione: vogliamo essere considerati come uno dei maggiori contribuenti, cosa che in realtà siamo. Gestiamo un mondo che, al suo interno, ha almeno 7 mila professionisti. Calciatori, staff, è un mondo imprenditoriale. Solo l’Inter ha 300 dipendenti. Dobbiamo essere più considerati dal Governo, non in termini di contribuzione di soldi o finanziamenti ma per permetterci di modulare i pagamenti in modo differente”.
Marotta infine parla della riduzione dei costi. "Resta l'unico rimedio. Non dobbiamo pensare ad aumentare i ricavi, ma a ridurre i costi. Il costo del lavoro rappresenta il 70% del fatturato e non c’è azienda in nessun settore che può reggere un valore così alto. A meno che non si trovi un mecenate o un indebitamento, significa fallire. O ci si trova tutti insieme e si prendono decisioni univoche, oppure siamo davanti a situazione drammatica dal punto di vista economico-finanziario. Oggi bisogna far fronte agli stipendi". Intanto Brambati è sicuro: “Arnault vuole il Milan. Ecco come faccio a saperlo”. VAI ALLA NOTIZIA
© RIPRODUZIONE RISERVATA