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TORINO-MILAN

Torino-Milan, Juric: “La prossima sarà come una finale”

Ivan Juric, allenatore del Torino (getty images)
Ivan Juric, allenatore granata, ha parlato in conferenza stampa al termine di Torino-Milan, 37^ giornata della Serie A 2023-2024
Stefano Bressi Redattore 

Ivan Juric, allenatore granata, ha parlato in conferenza stampa al termine di Torino-Milan, partita della 37^ giornata della Serie A 2023-2024 che si è giocata allo stadio 'Olimpico Grande Torino' di Torino. Ecco, dunque, le sue dichiarazioni.

Se ha rammarico per l'addio: "È un orgoglio, magari si cresce ancora... I ragazzi fin dall'inizio sono stati fantastici, li abbiamo cresciuti non solo calcisticamente. La vita va avanti. Ora il Filadelfia è un bel posto dove allenarsi, lavoriamo a livelli altissimi anche con i medici. Abbiamo fatto cose stupende, minimamente apprezzate. Me lo sono goduto con i ragazzi, meno con tutto il resto. Ci prepariamo bene per l'ultima, è una finale e so che a Gasp non interessa niente. Vedremo anche cosa farà la Fiorentina, speriamo che il Toro arrivi in Europa".


Quanta forza dà questa prestazione: "Non pensavo nemmeno di avere Buongiorno, si è preso un bel rischio a giocare oggi. Ci mancano tanti giocatori per infortuni pesanti e non puoi fare rotazioni, stanno dando il massimo. Dopo il 3-0 abbiamo avuto un calo di dieci minuti, ma l'abbiamo portata a casa senza grandi sbavature".

Se c'è il rammarico per la contestazione a Cairo: "Sì. Si sente questa cosa e pesano circa dieci punti, si vede tanto negativo perché c'è questo scontro e dopo il Bologna ci sono rimasto male per i fischi. Quando guardo i miglioramenti dei miei ragazzi, devi goderteli. Non è proibito fischiare, ma la devi vivere bene. Non è stato così. Sono arrivato in una situazione disperata e c'era lo scontro, dopo tre anni fantastici siamo davanti a Napoli e Fiorentina".

Dove va l'anno prossimo: "Non lo so. Pensavo solo al Toro, l'importante è trovare le emozioni. Non lo so davvero, vedremo".

Su cosa deve crescere la società: "Le cose si fanno, magari non quanto si vorrebbe o come vorrebbero i tifosi. Non è facile, è anche un discorso economico e di centri sportivi. Si stanno facendo passi in avanti, ora dopo tre anni ci sono basi di un valore assoluto: c'erano tante problematiche, ora ci sono una decina di giocatori per un futuro tecnico o economico da reinvestire. È il momento di fare le scelte giuste, magari si alza l'asticella".

Sui tifosi: "La squadra non può essere fischiata dopo il Bologna. Io amo i tifosi del Toro, davvero: è una società con una storia enorme, magari l'errore è non aver trasmesso questo valore. A volte però si crea la sensazione di incompiuto: per il mondo economico di oggi, la parte sinistra è un grande risultato. Dopo Bologna non puoi insultarli, mi ha dato molto fastidio. Oggi è stato bellissimo, è importante anche il presidente. Dobbiamo trasmettere i valori e magari portare più vicino il museo, si può creare una roba pazzesca. Mi sono goduto poco questi tre anni, mi auguro che questo Toro possa crescere ancora di più e salire ancora. Anche io ho fatto bordello dopo il Frosinone perché abbiamo fatto schifo, ma in altre situazioni bisognerebbe trascinare di più. Vorrei più amore da parte di tutti".

Su Ricardo Rodriguez: "Ho un rapporto speciale: non doveva rimanere perché mi dicevano che non era da Toro, poi l'ho conosciuto e ho trovato un professionista di livelli altissimi. Fa allenamenti un po' diversi e ha una grande cura del corpo, abbiamo fatto tre anni fantastici. Non mi ha mai segnato un gol, sognavo lo facesse al derby e gliel'ho chiesto tante volte".

Se ha qualche rimpianto di mercato: "No, è più il rammarico di aver dato fiducia a qualcuno. Con la società ho sempre avuto rapporti professionali, non ho mai avuto problemi e mi hanno lasciato libertà di lavoro. Non posso dire una parola contro la società".

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